Calendario Eventi 2023

  • IL CONFINE DEL sè
    IL CONFINE DEL sè
  • Andrea Zhok
    Andrea Zhok
  • 24 novembre
    24 novembre
  • Valentino Corvino e Gabriele Via
    Valentino Corvino e Gabriele Via
  • Il confine tra normalità e follia
    Il confine tra normalità e follia
  • Pol Palli e Guglielmo Pagnozzi
    Pol Palli e Guglielmo Pagnozzi
  • Festival del Confine
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  • Tra pienezza e mancanza: il paradosso del limite
    Tra pienezza e mancanza: il paradosso del limite
  • Francesca Rigotti
    Francesca Rigotti
  • 25 novembre
    25 novembre
  • Maram el Masri
    Maram el Masri
  • Ore 21,00
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  • Teatro dell’ABC
    Teatro dell’ABC
  • Carlo ventura
    Carlo ventura
  • Cell Melodies
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  • Ore 21,00
    Ore 21,00
  • 26 novembre
    26 novembre
  • Campana Aleramo
    Campana Aleramo
IL CONFINE DEL sè

Il confine del sé
Identità della persona e senso dell’esistenza
Andrea Zhok dialoga con Gabriele Via

Qual è il nesso tra l’identità che ciascuno di noi percepisce come propria e il senso che conferiamoalla nostra esistenza? Per pervenire a una risposta vengono indagate innanzitutto le basi psicofisiologiche e ontogenetiche dell’identità personale. Qui si mostra la continuità organica e biologica che lega le dimensioni istintuali, sensomotorie e pulsionali, alla costituzione della sfera
personale. Partendo dalla costituzione dell’autocoscienza riflessiva, l’indagine si sofferma poi sulla genesi e l’essenza del soggetto morale, che viene circoscritto esaminando il crinale tra “normalità”e “anormalità” psichiatrica. Infine l’esplorazione dei temi della “maschera”, dell’autoinganno e della ricerca di autenticità fanno emergere quell’esigenza di orientamento e motivazione radicale che chiamiamo problema del senso dell’esistenza.

Andrea Zhok

Andrea Zhok (Trieste, 1967) è un filosofo e accademico italiano, professore di Antropologia filosofica e Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Milano. È direttore editoriale della collana Etica. Fondamenti e applicazioni per la casa editrice Mimesis, oltre a essere membro dei comitati scientifici di varie riviste di settore (tra cui New Yearbook for Phenomenology and Phenomenological Philosophy, Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia, Filosofia, Esercizi Filosofici, Rivista Italiana di Filosofia Analitica Jr., Scenari). Inoltre è editorialista e autore per diversi quotidiani e riviste, come L’Espresso e MicroMega, e del centro studi “Osservatorio Globalizzazione”, dove affronta prevalentemente temi di attualità, politica ed economia.Pensiero e temi di ricerca. La riflessione di Andrea Zhok è connotata da una profonda trasversalità negli ambiti di ricerca, accostando a problemi e metodi della tradizione continentale (fenomenologia, genealogia, pragmatismo) un confronto costante con autori contemporanei anche di area analitica, afferenti ai settori della psicologia, delle scienze cognitive o della filosofia della mente. Tuttavia l’intera ricerca, che spazia dalla gnoseologia alla filosofia politica, è attraversata da istanze etiche, con particolare riferimento alla teoria del senso e del valore . Tra le sue pubblicazioni monografiche ricordiamo: Il concetto di valore: dall’etica all’economia (2001), Lo spirito del denaro e la liquidazione del mondo (2006), Emergentismo (2011), La realtà e i suoi sensi (2012), Rappresentazione e realtà(2014), Libertà e natura (2017)

24 novembre

ore 17,30
Il confine del séIdentità della persona e senso dell’esistenza
Andrea Zohk Dialoga con lui Gabriele Via

ore 21,30 Performance/concerto
il confine tra normalità e follia
SCULTURE SONORE

Concerto per strumenti autocostruiti, viola, clarinetto e voce
Letture da interiezioni di Antonin Artaud

Valentino Corvino e Gabriele Via

Valentino Corvino è un violinista, direttore d’orchestra e compositore. Ha diretto l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra “A. Toscanini” di Parma, la Filarmonica “Bruno Bartoletti”, l’Orchestra da Camera di Imola, l’Orchestra del Teatro di Volterra. Dal 2017 è titolare dell’Ufficio Servizi Musicali per il Territorio della Fondazione Teatro Comunale di Bologna, per la quale coordina le attività artistiche collaterali e quelle di formazione e divulgazione per il pubblico e per gli studenti. È stato membro stabile dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna dal 1997 al 2016. Si è esibito in tutto il mondo con la stessa Orchestra del Teatro Comunale e con ensemble molto importanti, come Musik Fabric, Alter Ego, Solisti Aquilani, Solisti Dauni, Officina Musicale. È primo violino del FontanaMix Ensemble, gruppo di compositori ed esecutori fondato a Bologna nel 2001, con cui si è esibito come solista e primo violino in tutta Europa. Ha suonato come solista e primo violino nei dischi dei più grandi artisti italiani: Mina, Fossati, Vasco Rossi, Francesco Guccini, Adriano Celentano, Morgan, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Samuele Bersani, Francesco Renga, Angelo Branduardi, Irene Grandi, Alessandra Amoroso, Il volo e molti altri.

Gabriele Via (Bologna 1968) è un artista, poeta-attore-fotografo. Attivo dagli anni ‘90 nella progettazione culturale artistica e didattica. Pubblica il proprio lavoro e collabora con diversi artisti.Con Lavinia Turra fonda a Bologna nel 2007 l’associazione culturale Icaro Like-US e nel 2013 ABC sempre con Lavinia, con Paolo Fiore Angelini e Valentino Corvino cui si uniranno poi Gianni Marras e Guglielmo Pagnozzi.

Ha collaborato tra gli altri con Colombo Manuelli, Luigi Fosca, Roberto Pazzi, Lorenzo Chiuchiu, Nicola Muschitiello, Mustafa Sabbagh, Iskra Menarini, Demosthene Davvetas, Veronica Lock, Franco Cristaldi, Annalu, Alberto Pascale, Barbara Calzolari, Sara Dell’Onze, Valentino Corvino, Marcello Corvino, Biagio Labanca, Fabio Tricomi, Massimo De Stephanis, Gianni Marras, Gipeto (Marco Brancato), Stefania Tschantret, Guglielmo Pagnozzi, Claudio Vignali, Danilo Mineo, Luca Lombardi, Marianne Gubri, Anna Palumbo, Antonio Rimedio, Pascal Basile, Luca (Tornado) Testoni, Tita Ruggeri, Peppe Aiello, Antonio Stragapede, Enrico Pelliconi, Zaira Magurano, Kalifa Kone.
Di lui Roberto Roversi così scrisse nel 1996, http://www.robertoroversi.it/prefazioni-postfazioni/item/448-prefazione.html: “……..L’induzione alla conclusione morale – una conclusione forte – a me sembra la costante privilegiata di questo suo violento e dolce raccontare che non ha fine. Non può avere fine. Non deve avere fine.”

Il confine tra normalità e follia

SCULTURE SONORE

Concerto per strumenti autocostruiti, viola, clarinetto e voce
Letture da interiezioni di Antonin Artaud

Un arsenale acustico che ridefinisce i contorni dell’avanguardia,aprendo la strada a territori sonori oscuri ed inesplorati.Creature abissali, organismi planctonici ed entomologici apparati
nuovamente raggruppati come in una nuova preistoria.Sperimentazione pura. Libera. Inquieta.

Le letture della serata sono tratte dall’opera di Antonin Artaud

Pol Palli – sculture sonore
Guglielmo Pagnozzi – clarinetto
Valentino Corvino – viola
e
Gabriele Via – voce narrante

Pol Palli e Guglielmo Pagnozzi

Pol Palli nasce nel 1977 in provincia di Bologna.
Il suo percorso artistico, che non si limita alla sola scultura, esula dagli studi accademici e dai cliché preconfezionati per dare spazio esclusivamente all’individuazione di una personale forma d’espressione, partendo da un’approfondita ricerca sui materiali e sulla trasformazione degli stessi in opere d’arte. Ferro, policarbonato, terra, cenere, pietro,legno ,carbone.,ognuno di essi sottoposto ad una lunga sperimentazione fino all’acquisizione di specifiche e personali tecniche di lavorazione.Le forme organiche e anatomiche sono le principali fonti d’ispirazione nell’arte figurativa di Pol Palli che col tempo ha assunto i caratteri di una radicale critica sociale.

L’inquietudine esistenziale, specchio riflesso di una civiltà decadente, si manifesta in ogni sua creazione. Volti immobili che emergono dal carbone. Umanoidi che prendono vita dal fango. Corpi femminili fusi, frammentati, sospesi nel policarbonato. Metalliche sculture sonore, un arsenale acustico che ridefinisce i contorni dell’avanguardia, aprendo la strada a territori sonori oscuri ed inesplorati. gelidi riverberi, loop dilatati, vibrazioni sospese in spazi siderali, pulsazioni post-industriali incantano e trascinano verso le profondità più cupe, nelle sconfinate galassie del suo stesso universo introspettivo. sperimentazione pura.libera.

Guglielmo Pagnozzi (Torino, 30 marzo 1970) è un sassofonista e clarinettista italiano, attivo sulla scena del jazz italiano dai primi anni novanta, ha suonato a fianco di numerosi artisti internazionali ed italiani in Italia, Europa, Stati Uniti e Africa. Agli inizi degli anni ’90, fonda l’Associazione Bassesfere insieme a Fabrizio Puglisi, Cristina Zavalloni e altri giovani musicisti dell’area creativa bolognese.Nel corso degli anni ’90 ha affiancato alla carriera jazzistica periodi di ricerca nella musica Klezmer con il gruppo Dire Gelt, nella musica arabo andalusa con il violinista marocchino Jamal Ouassini, nell’Hip Hop con Sangue Misto, nella musica popolare napoletana con Cristina Vetrone e le As Sur D, Guido Sodo e la milanese Mamud Band con la quale incide un disco insieme a Lester Bowie. Nel 2008 fonda il gruppo Voodoo Sound Club, band elettrica caratterizzata da un innovativo quanto “ancestrale” stile Afro-Funk, ancora attiva. Dopo un periodo di volontario “ritiro dalle scene” ricomincia a mettersi in gioco e tra il 2019 e il 2020 partecipa come attore al film Volevo Nascondermi del regista Giorgio Diritti, orso d’argento al Festival di Berlino, suona con Voodoo Sound Club al Jova Beach Tour di Lorenzo Jovanotti, al Berchidda Jazz Festival e al Torino Jazz Festival, fonda la compagnia di Teatro Sperimentale Nù con la quale realizza lo spettacolo per spettare solo “I’m Here for You”. Inizia la collaborazione stabile con il Teatro dell’Abc in qualità di musicista e di consulente artistico della sezione jazz; in tale veste realizza una fortunata ed apprezzatissima serie di “Lezioni Concerto” dal vivo sulla storia ed i protagonisti della musica Jazz insieme al giovane pianista, talento emergente bolognese, Emiliano Pintori.

Festival del Confine

ingresso gratuito

visto il numero limitato di posti
si consiglia la prenotazione ad abcprenot@libero.it

Tra pienezza e mancanza: il paradosso del limite

Dal limite come pienezza, sicurezza, protezione (coscienza della nostra finitudine e limitatezza nel pensiero greco), al limite come mancanza e desiderio di superarla nella nostra epoca della illimitatezza esasperata.

Francesca Rigotti
Colloquia con lei Gabriele Via

Francesca Rigotti

Francesca Rigotti Filosofa e saggista italiana, è stata docente alle Università di Göttingen e di Zurigo, visiting fellow all’Università di Princeton. Insegna dal 1996 all’Università della Svizzera italiana.La sua ricerca è caratterizzata dalla decifrazione e dall’interpretazione delle procedure metaforiche e simboliche sedimentate nel pensiero filosofico, nel ragionamento politico, nella pratica culturale e nell’esperienza ordinaria.

È Presidente della Giuria del Premio Internazionale di Filosofia/Filosofi lungo l’Oglio
Tra i suoi libri ricordiamo Il filo del pensiero. Tessere, scrivere, pensare (il Mulino 2002, Orthotes 2021), Partorire con il corpo e con la mente (Bollati Boringhieri 2010) e Onestà (Raffaello Cortina 2014). Per Einaudi ha pubblicato De senectute (2018) e L’era del singolo (2021).

25 novembre

Ore 16
“Tra pienezza e mancanza: il paradosso del limite”
Dal limite come pienezza, sicurezza, protezione (coscienza della nostra finitudine e limitatezza nel pensiero greco), al limite come mancanza e desiderio di superarla nella nostra epoca della illimitatezza esasperata.
Francesca Rigotti
Colloquia con lei Gabriele Via

Ore 21,00
Performance/concerto
il confine tra le culture
Maram al-Masri , colloquia con lei Alberto Masala
Tita Ruggeri voce
Valentino Corvino – violino

Maram el Masri

Maram al-Masri è una poetessa e scrittrice siriana, esule a Parigi dal 1982.

Pubblica il suo primo libro -Ti minaccio con una colomba bianca- nell’84 a Damasco.
Nel 97 con -Ciliegia rossa su piastrelle bianche- ottiene il “Prix Adonis” e il libro viene tradotto in molte lingue.
La sua scrittura non è tanto tecnica quanto organica, fatta di passionalità, di quotidianità di cose semplici ma incontenibili.
Il suo stile poetico non si può facilmente inquadrare in una ben precisa corrente letteraria, occidentale o araba, ma fa scuola tra molte giovani poetesse arabe.

Ore 21,00

Un’intervista per conoscerla meglio e una performance di voce e note per ascoltare la sua evocazione dei momenti di violenza subiti, con un abile miscela di fantasticheria e penombra, trafitta da forti precisi dettagli.

Lei scrive ancor oggi in arabo, scrive degli oggetti di tutti i tabù: passione fisica, mancanza di fede, adulterio, solitudine, disperazione con infinito candore e intensità, scrive per le donne e sulle donne

Teatro dell’ABC
Carlo ventura

Carlo Ventura nato a Trani (Bari) il 29-05-1958. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna, ha conseguito sia il titolo di Specialista in Cardiologia che di Dottore di Ricerca in Biochimica presso la medesima Università. Ha trascorso ripetuti periodi di ricerca negli Stati Uniti presso il Laboratory of Cardiovascular Science (L.C.S.) del National Institute on Aging (N.I.A.) – National Institutes of Health (N.I.H.) di Baltimora. Attualmente è Professore Ordinario di Biologia Molecolare presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna. E’ direttore del Laboratorio Nazionale di Biologia Molecolare e Bioingegneria delle Cellule Staminali dell’Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi (INBB) (www.inbb.it). Dirige la “Divisione di Bologna” dell’INBB, comprendente le Unità di Ricerca di Bologna, Firenze e Siena dell’INBB. E’ Editor-in-Chief di World Journal of Stem Cells (2020 IF 5.326, Journal Citation Reports). Nel 2010, nel contesto dell’INBB, ha fondato VID art|science (http://vidartscience.org), movimento internazionale che sviluppa un percorso transdisciplinare di Artisti e Scienziati nella convinzione che ogni manifestazione artistica possa parlare alle dinamiche più profonde della nostra biologia. E’ membro della American Society of Biochemistry and Molecular Biology (ASBMB) e della Cell Transplant Society. E’ autore di oltre centocinquanta pubblicazioni in estenso sulle più importanti riviste internazionali di biologia cellulare e molecolare.

Tra le sue principali scoperte quella che le energie fisiche (campi magnetici pulsati a frequenza estremamente bassa), radiofrequenze (radioelectric conveyed fields) e le energie vibrazionali (nanomeccaniche) sono capaci di orchestrare l’orientamento e il differenziamento terminale delle cellule staminali, aumentando la pluripotenzialità cellulare, senza l’intervento di agenti chimici o il trasferimento genico mediante vettori virali. Queste scoperte stanno aprendo la strada ad una strategia di “riprogrammazione diretta”, in situ, delle cellule staminali, dove queste già si trovano, residenti in tutti i tessuti del corpo umano. Gli studi in corso stanno puntando alla realizzazione di una nuova forma di medicina di precisione che non richieda il trapianto di cellule e tessuti, e sia basata sul potenziamento delle intrinseche capacità di autoguarigione.

Cell Melodies

Le nostre cellule, incluse le cellule staminali, oscillano di continuo, producendo segnali meccanici, a volte sonori, elettrici e luminosi. Oggi disponiamo di strumenti sofisticati per decifrare queste vibrazioni e ci stiamo rendendo conto che non si tratta di frequenze isolate, ma di vere e proprie “composizioni frequenziali”. Melodie cellulari per un codice morfogenetico, capace di generare forme e architetture che vanno dal livello molecolare fino all’anatomia macroscopica. Le cellule sono anche in grado di “sentire” questi segnali, come una sorta di codice capace di cambiare il loro destino. Possiamo convogliare vibrazioni meccaniche e luce in modo da attivare le staminali in ogni tessuto del corpo, stimolando il nostro potenziale di auto-guarigione: una medicina rigenerativa non più basata sul trapianto di cellule. Suono, colore e movimento sono da sempre gli strumenti della nostra espressione artistica: l’Arte può parlare alle dinamiche più profonde della nostra biologia.

Ore 21,00

La serata è dedicata all’incontro straordinario tra Dino Campana e Sibilla Aleramo, rievocato attraverso le lettere che i due amanti si scrissero tra il 1916 il 1918.
Voci e suoni si rincorrono ad evocare il viaggio fatto di passione,sentimenti, paure, tenerezze, tradimenti e ricongiungimenti, miseria e malattia, tutto sotto “un cielo solo d’amore”.

26 novembre

Ore 16,00
“Cell melodies”
il confine tra arte e scienza
Carlo Ventura
Dialoga con lui Gabriele Via

Ore 21,00
Performance/concerto
Un cielo fatto solo d’amore
L’epistolario di Sibilla Aleramo e Dino Campana
il confine tra passione e ossessione

Guglielmo Pagnozzi – clarinetto, elettronica
Serena Pecoraro – canto, elettronica
Filippo Giuffrè – elettronica, synth autocostruiti
Giuseppe Franchellucci – violoncello
Barbara Corradini – voce narrante
Marco Cavicchioli – voce narrante
Regia – Gianni Marras

Campana Aleramo

La serata è dedicata all’incontro straordinario tra Dino Campana e Sibilla Aleramo, rievocato attraverso le lettere che i due amanti si scrissero tra il 1916 il 1918.

Voci e suoni si rincorrono ad evocare il viaggio fatto di passione, sentimenti, paure, tenerezze, tradimenti e ricongiungimenti, miseria e malattia, tutto sotto “un cielo solo d’amore”